Area Comunicazione

Web Magazine dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "Federico II"

Informazioni

Questo articolo è stato scritto il giorno 03 nov 2021 da Redazione, e appartiene alle categorie: News Sito Web AOU, Tutte le comunicazioni.

Funzioni di accesso

Collegati
Registrati
torna alla Home

Policlinico Federico II, prima donazione di rene da donatore vivente con approccio robotico in Campania

articolo scritto da Redazione

sala operatoria troisiIn breve

Filomena, 55 anni, ha donato il rene a sua figlia Fortuna, studentessa universitaria di 27 anni. Un atto di amore che incontra le tecnologie innovative dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Epato-bilio-pancreatica, mininvasiva e robotica clinica diretta dal Prof. Roberto Troisi che da qualche mese guida anche l’Unità di Chirurgia generale e dei trapianti di rene del Policlinico Federico II. Solo tre forellini di 8 millimetri sul fianco sinistro e una piccola incisione di 5 cm praticata nella zona sovra pubica, simile ad un taglio cesareo, hanno permesso di procedere al prelievo dell’organo. Quarantotto ore di degenza per la donatrice, dieci giorni di degenza post operatoria per la giovane ricevente.

È risaputo, infatti, che il trapianto da vivente riduce sensibilmente i costi sociali, i danni e le sofferenze della dialisi permettendo al ricevente di avere un organo che garantisce un miglior funzionamento, a breve e a lungo termine. Inoltre, i rischi per i donatori sono veramente minimi. Infatti, anche grazie al monitoraggio costante e alla maggiore attenzione agli stili di vita, i donatori viventi di rene hanno una sopravvivenza a lungo termine uguale o superiore a quella della popolazione generale.

La storia

Fortuna ha ventisette anni e studia Ottica e optometria alla Federico II. Quattro anni fa iniziano mal di testa e vomito frequenti, senso di stanchezza e sonnolenza eccessiva che rendono la sua quotidianità diversa da quella delle sue coetanee. Mamma Filomena, per tutti Mena, si preoccupa, consulta degli specialisti e Fortuna affronta analisi ed esami diagnostici. La creatinina è alta, la visita dal nefrologo ed ulteriori approfondimenti permettono di giungere ad una diagnosi: insufficienza renale cronica. Tra farmaci e rigidi stili di vita richiesti per la gestione della patologia la qualità di vita di Fortuna inizia a risentirne. La situazione precipita a marzo scorso e la dialisi sembra ormai l’unica strada.

Sono le parole del dott. Domenico Russo, nefrologo del Policlinico Federico II che segue sin dalla diagnosi Fortuna, ad offrire alla ragazza un’altra opportunità. “Ma qualcuno che doni un rene a questa piccolina c’è?” chiede affettuosamente lo specialista rivolgendosi alla mamma di Fortuna. Ed in una frazione di secondo, sorpresa dalla possibilità che si sta prospettando per sua figlia, Mena risponde senza alcuna esitazione: “Ci sono io”. Inizia così la storia di due donne, madre e figlia che si sono prese per mano in un percorso che è un atto d’amore e di fiducia che i professionisti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II hanno accolto e guidato grazie alle più innovative tecnologie di chirurga robotica mininvasiva.

Il trapianto di rene da vivente

Se il trapianto è la migliore terapia per l’insufficienza renale cronica, il trapianto da vivente è decisamente la strada preferibile perché la funzione del rene è migliore sia nell’immediato sia nel lungo termine e di conseguenza offre al ricevente una migliore qualità della vita. Inoltre, riduce significativamente i costi sociali ed annulla i costi ed i danni della dialisi”, spiega la dott.ssa Rosa Carrano, responsabile della nefrologia dei trapianti dell’AOU Federico II.

L’iter per la donazione da vivente prevede un’attentissima analisi clinica, immunologica e psicologica da parte dell’equipe sulla coppia donatore-ricevente. Al termine della valutazione, una commissione costituita da un team di specialisti, del tutto estraneo all’iter clinico, riesamina il caso per essere certi della correttezza della procedura e della consapevolezza del donatore e del ricevente. Concluso il riesame, la pratica viene rimessa al giudice che, se ne riconosce la correttezza procedurale, ne autorizza il compimento.

L’intervento

Il prelievo del rene è stato effettuato utilizzando la chirurgia mininvasiva robotica che riduce le sofferenze post-operatorie, i tempi di recupero funzionale ed i tempi di degenza: mamma Filomena è stata dimessa dopo 48 ore. Fortuna, che è tornata oggi a casa in ottime condizioni, dopo dieci giorni dall’intervento, rientra nei pazienti con insufficienza renale cronica definiti “Pre-emptive”, vale a dire che ricevono un rene senza mai essere entrati in dialisi.

Grazie agli investimenti della Direzione Generale del Policlinico Federico II oggi possiamo offrire ai pazienti standard internazionali in cui l’avanguardia tecnologica permette di aumentare la sicurezza per donatore, ricevente ed operatori. Ringrazio per la lungimiranza e la sensibilità il Direttore generale Anna Iervolino e per il grande impegno la Direzione del Centro Regionale Trapianti guidato da Antonio Corcione e Pierino Di Silverio”, sottolinea Roberto Troisi. “I rischi per il donatore sono minimi. Per il prelievo dell’organo vengono praticati solo tre forellini di 8 millimetri sul fianco e una piccola incisione nella zona sovra pubica. Il dolore postoperatorio con l’approccio robotico è veramente minimo ed il donatore avverte al massimo una lieve dolenzia. In sintesi, la tecnologia robotica permette di eseguire interventi ad elevata complessità con minore impatto fisico sui pazienti, con una dimissione precoce ed un rapido ritorno alle attività quotidiane. Possiamo così fornire massima sicurezza e migliore riuscita a una persona, come il donatore, che attua un gesto di enorme generosità. Oggigiorno è sempre più richiesto l’approccio mininvasivo nella donazione da vivente non solo per il rene, ma anche per il fegato. I disagi fisici conseguenti a grosse cicatrici, la temporanea inattività lavorativa oppure la limitazione di un’attività fisica e/o sportiva sostenuta sono la principale fonte di preoccupazione dei potenziali donatori d’organo”. L’Università Federico II ha inaugurato recentemente un Master in Chirurgia Robotica presieduto dal prof. Giovanni De Palma, Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia generale, per diffondere anche ai giovani chirurghi le ultimissime innovazioni tecnologiche che vengono applicate nella pratica clinica.

Vorrei inoltre chiarire che interventi di tale delicatezza sono possibili solo quando molte professionalità si incontrano. Ringrazio quindi la Direttrice sanitaria dott.ssa Emilia Vozzella e il prof. Giuseppe Servillo per aver supportato le nostre attività con la loro futuristica visione di un team anestesiologico dedicato ai trapianti e alla terapia intensiva postoperatoria nonché il team di nefrologia dei trapianti guidato dalla dott.ssa Rosa Carrano. Il doppio intervento è stato reso possibile grazie alla professionalità degli anestesisti Giuseppe De Simone e Caterina De Crescenzo, mentre due team infermieristici coordinati dalla sig.ra Immacolata Di Palma con Salvatore D’Angelo e Nicola D’Alesio, e Gennaro Aino con Salvatore Aprea e Mattia Manzo, si sono presi cura dei pazienti in tutte le fasi perioperatorie. Infine, ringrazio il mio team chirurgico, il prof. Roberto Montalti ed i dottori Gianluca Rompianesi, Vezio Tammaro e Alessandro Scotti, e gli specializzandi a me affidati per l’impegno profuso”, prosegue Troisi.

 “Eccellenze professionali ed avanguardia tecnologica qualificano oggi il nostro Policlinico quale unica realtà regionale con un programma attivo di donazione di rene da vivente con prelievo robotico. Ciò significa che i cittadini non dovranno più guardare fuori Regione per trovare trattamenti tecnologicamente innovativi. Al momento già altre quattro coppie sono in corso di valutazione per un trapianto di rene da vivente. Un atto di amore e generosità che oggi trova una risposta concreta in Regione Campania, potendo garantire elevati standard internazionali”, sottolinea Anna Iervolino, Direttore generale del Policlinico Federico II.

Donatrice e ricevente sorridono entrambe: mamma Filomena ha donato la vita alla figlia per la seconda volta e Fortuna potrà riprendere i suoi progetti di vita sotto un’altra “ottica”.

Lascia un Commento

Occorre aver fatto il login per inviare un commento

Articoli recenti

Commenti recenti