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Questo articolo è stato scritto il giorno 30 mag 2016 da Alessandra Dionisio, e appartiene alle categorie: Dieta mediterranea, foodblogger, Tutte le comunicazioni.

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La dieta mediterranea è…

articolo scritto da Alessandra Dionisio

cestoIl termine Dieta Mediterranea fu coniato negli anni ‘70 da Ancel Keys, fisiologo e nutrizionista statunitense presso l’Università del Minnesota.

In Italia, subito dopo la Seconda guerra mondiale, iniziò a consolidarsi l’idea che uno stile di vita tipico delle regioni mediterranee fosse correlato con la minore frequenza di malattie coronariche presenti in queste regioni. In particolare, lo studioso Ancel Keys osservò, insieme al cardiologo bostoniano Paul D.White, medico personale dell’allora comandante in capo delle forze americane Generale Eisenhower, che il numero di infartuati negli ospedali napoletani era minore del numero di infartuati che rilevavano sia a Boston sia tra gli  immigrati che si erano trasferiti negli Stati Uniti dal Meridione d’Italia. In quegli anni, insieme ai fisiologi dell’Università di Napoli, Gino Bergami e Flaminio Fidanza, si diede avvio al Seven Countries Study of Cardiovascular Disease, studio su diverse coorti residenti nell’area mediterranea europea, in Nord Europa, in Nord America e in Giappone che spiegava scientificamente la correlazione tra le patologie cardiovascolari, i disturbi gastrointestinali e i modelli alimentari. Nacque così la Diet-Heart hypothesis che indicava nell’eccesso di consumo alimentare di grassi, l’aumentato rischio di andare incontro a eventi coronarici, consacrando la  dieta mediterranea come baluardo della prevenzione cardiovascolare e della speranza di vita.

Il Seven Country Study, negli anni seguenti, divenne leggendario nel campo della medicina e della pubblicistica divulgativa finché, dopo aver studiato la popolazione calabrese di Nicotera (1957), nel 1962 Keys si stabilì a Pioppi, una frazione del comune di Pollica, nel Cilento. Dopo decenni di indagini, giunse alla conclusione che l’alimentazione a base di pane, pasta, frutta, verdura, legumi, olio extra-vergine di oliva, pesce e poca carne determinava l’effetto benefico sulla popolazione locale. Gli studi condotti da Keys e dai suoi colleghi dimostrarono per primi l’efficacia di tali abitudini alimentari, caratterizzate da semplici regole e naturale equilibrio, nel prevenire le malattie cardiovascolari e rallentare il declino dei processi cognitivi legati all’invecchiamento.

Tale modello alimentare, denominato “Mediterranean Diet”, è diventato il punto di riferimento per tutte le campagne di prevenzione, e non solo, contro le malattie cardiovascolari. I risultati degli studi di Keys vennero raccolti nel libro “Eat well and stay well”, ovvero “Mangiar bene e stare bene”: una sapiente e gradevole raccolta di ricette effettuata direttamente dai coniugi Keys nelle loro visite a nuclei familiari che vivevano sulle coste europee del Mediterraneo; alcune ricette sono anche originali dei Keys .

La dieta mediterranea, quindi, come valore culturale e stile di vita: distribuzione dei pasti principali in tre momenti della giornata (colazione, pranzo e cena), intervallati da sani spuntini a base di frutta o di verdura, e una equilibrata attività fisica. I pasti, da consumarsi in tranquillità e in atmosfera serena.

La Dieta Mediterranea, icona del mangiare bene e sano, nel 2010 è stata riconosciuta patrimonio orale e immateriale dell’UNESCO.

I contenuti di questo articolo sono a cura della Commissione Scientifica del food contest “Dieta mediterranea? Sì grazie!”.

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