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Questo articolo è stato scritto il giorno 12 giu 2023 da Redazione, e appartiene alle categorie: Medicina Generale e del Territorio, News Sito Web AOU, Nuove tecnologie e new media, Prevenzione e promozione della salute, Scienza e medicina, Studi, analisi e ricerche, Tutte le comunicazioni.

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67 anni e 5 aneurismi, Mario è salvo grazie a protesi disegnate su misura ed impiantate dall’equipe di chirurgia vascolare della Federico II

articolo scritto da Redazione

WhatsApp Image 2023-06-12 at 09.15.08Un paziente affetto da cinque aneurismi concomitanti: dell’aorta addominale, delle arterie iliache comuni e delle arterie ipogastriche. Un caso complesso, troppo rischioso intervenire con una tecnica chirurgica tradizionale, né tantomeno con un trattamento endovascolare con protesi standard. Per salvare Mario (nome di fantasia per tutelarne la privacy), 67 anni, di origini calabresi e campano di adozione, i chirurghi vascolari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II hanno utilizzato particolari endoprotesi, realizzate ad hoc e su misura per il paziente. Si tratta di protesi caratterizzate da alcune “ramificazioni” laterali, attraverso le quali il sangue può fluire anche nelle arterie che hanno origine nel tratto interessato dagli aneurismi. È la prima volta che si effettua questa procedura presso l’Azienda federiciana. L’intervento è stato effettuato dall’equipe guidata dal prof. Umberto Marcello Bracale, Responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare dell’Azienda.

«Il paziente, cardiopatico e forte fumatore, già sottoposto ad interventi addominali plurimi non avrebbe avuto i requisiti per un intervento endovascolare standard - sottolinea il prof. Bracale- il posizionamento di una normale protesi avrebbe potuto occludere le arterie ipogastriche o non escludere l’aneurisma». Ma anche l’intervento chirurgico tradizionale presentava una serie di controindicazioni, legate all’età, alle condizioni cliniche generali e a pregressi interventi addominali. «Per questo abbiamo deciso di utilizzare delle protesi che presentano lungo le pareti delle ramificazioni in cui sono stati inseriti degli stent “ricoperti” che vascolarizzano, cioè portano il sangue, agli organi e ai muscoli che altrimenti sarebbero andati in sofferenza». Una protesi che si adatta all’anatomia del paziente, che è stata disegnata con estrema precisione sulla angio-TC preoperatoria, tenendo conto della sede, delle dimensioni e dei rapporti reciproci di tutte queste arterie.

L’intervento, durato circa tre ore, eseguito senza incisioni chirurgiche, è perfettamente riuscito anche grazie alla collaborazione tra tutti gli specialisti coinvolti: il prof. Luca del Guercio, i dottori Ciro Trotta, Angela Luongo e Nicola Cantile (chirurghi vascolari), il dott. Nicola Logrieco (anestesista), gli infermieri di sala Sabatino Forgetta e Gaetano Longobardi, tutti afferenti al Dipartimento di Anestesia, Chirurgie Specialistiche, Nefrologia, Cure Intensive e del Dolore diretto dal prof. Giuseppe Servillo. Breve la degenza post-operatoria: dopo due giorni, Mario è stato dimesso ed è tornato a casa in ottime condizioni, con la promessa, sancita con una stretta di mano a tutti i membri dell’équipe, di non accendere più nemmeno una sigaretta.

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