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Questo articolo è stato scritto il giorno 20 dic 2018 da Ida Padolecchia, e appartiene alle categorie: Iniziative ed eventi, Tutte le comunicazioni.

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Dieci anni di progetto ‘Ninna ho’, i traguardi della culla per la vita al Policlinico Federico II

articolo scritto da Ida Padolecchia

ImmagineIl Progetto nazionale contro l’abbandono del neonato “Ninna ho” compie 10 anni. Il progetto su scala nazionale nasce nel 2008 da un’idea dalla Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus e del Network KPMG in Italia, con  il patrocinio del Ministero della Salute, della Società Italiana di Neonatologia (SIN) e della Società Italiana di Pediatria (SIP).

L’obiettivo  del progetto è quello di diffondere il DPR 396 del 2000 che consente alle donne di partorire in ospedale in anonimato e di lasciarvi il proprio neonato. Le donne che abbandonano il proprio bambino lo fanno perché vittime di violenza, pregiudizi ed ignoranza, per pressioni familiari e sociali, per il degrado e l’indigenza in cui spesso vivono, da difficoltà psicologiche e dalla mancanza di informazione, o ancora adolescenti che nascondono la loro gravidanza e che pensano al neonato come un “qualcosa” da eliminare

In Italia la prima “ruota” voluta da Papa Innocenzo III avrebbe fatto la sua apparizione nel 1198 nell’ospedale di Santo Spirito in Sassia  a Roma. A Napoli nel XIV secolo fu istituita la “ruota” dell’Annunziata i bambini abbandonati venivano introdotti in una specie di tamburo di legno di forma cilindrica e raccolti all’interno da balie pronte ad intervenire ad ogni chiamata. I neonati abbandonati  venivano chiamati “figli della Madonna”, “figli d’a Nunziata” o “esposti”. La “ruota” non venne più utilizzata dal 22 giugno 1875.

Il 5 novembre 2008 presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria  Federico II è stata  inaugurata la “culla per la vita”. Si tratta di una culla termica, la cui apertura è comandata da un pulsante ed è collegata ad una telecamera 24 ore su 24. Con l’introduzione del neonato la tapparella si chiude automaticamente e scatta l’allarme in terapia intensiva neonatale, dove è presente un monitor collegato con la telecamera che inquadra la culla, e parte l’ambulanza con il neonatologo e l’infermiera pediatrica che vanno a prendere il bambino per portarlo in Terapia Intensiva Neonatale  diretta da Francesco Raimondi. Nell’anno 2017 nella “Culla per la vita” sono stati abbandonati 2 neonati, un maschietto ad agosto 2017 ed una femminuccia a dicembre 2017.

Guarda il video celebrativo dei 10 anni del progetto.

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