Lo studio internazionale STABEN, coordinato da Giuseppe Di Lorenzo (nella foto) oncologo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, ha dimostrato che le statine, farmaci utili a combattere la presenza eccessiva di colesterolo nel sangue, migliorano la sopravvivenza dei pazienti con carcinoma prostatico.
La ricerca ha coinvolto circa 600 pazienti affetti da carcinoma della prostata metastatico ed ha dimostrato che le statine, in associazione all’abiraterone o enzalutamide, due farmaci orali, a meccanismo di azione ormonale, utilizzati nel paziente con carcinoma della prostata castrazione resistente, potrebbero ridurre il rischio di morte di ben il 53%. Si tratta, comunque, di un dato in attesa di conferma da ulteriori studi.
“Si assiste ad un vantaggio in termini di sopravvivenza di circa 8 mesi nei pazienti che utilizzano le statine rispetto a chi non ne faceva uso. Lo studio STABEN, pubblicato sulla rivista internazionale Oncotarget è stato condotto con la collaborazione di numerosi centri, tra cui il prestigiosissimo Prostate Cancer Center di Vancouver, ed ha mostrato come i pazienti con tumore della prostata che assumevano statina, un banalissimo ed economico farmaco ipocolesterolemizzante, in combinazione alla terapia ormonale, avevano la metà della probabilità di morire rispetto ai pazienti che non l’assumevano. Un risultato strabiliante, che traduce in un’indicazione pratica i molteplici risultati di studi di popolazione, reso possibile dall’attenta condivisione del progetto in ambito internazionale, anche con ricercatori che non avevo mai incontrato personalmente e con cui ci era stato un semplice scambio di mail. Voglio, inoltre, ringraziare il prof. Sabino De Placido, direttore del DAI di Oncoematologia, Diagnostica per Immagini e Morfologica e Medicina Legale, per il suo ruolo di supporto e supervisione alla realizzazione dello studio“, sottolinea Di Lorenzo.