Area Comunicazione

Web Magazine dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "Federico II"

Informazioni

Questo articolo è stato scritto il giorno 18 dic 2015 da Claudio Pellecchia, e appartiene alle categorie: Cultura e Società, Formazione e aggiornamento professionale, Info Area Comunicazione, Iniziative ed eventi, News Sito Web AOU, Prevenzione e promozione della salute, Tutte le comunicazioni.

Funzioni di accesso

Collegati
Registrati
torna alla Home

Il cibo dell’uomo: al Policlinico Federico II l’incontro con Franco Berrino

articolo scritto da Claudio Pellecchia

berrinoSi è tenuto nell’Aula Magna di Biotecnologie il seminario Il cibo dell’uomo. L’informazione corre sul filo a cura di Franco Berrino, medico epidemiologo, già direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto dei tumori di Milano e Presidente dell’Associazione La Grande Via

Un incontro, gratuito ed aperto a tutti, finalizzato a chiarire l’importanza di una sana e corretta alimentazione in vista di una più efficace prevenzione delle malattie, anche quelle più gravi come i tumori del polmone, del colon e dell’intestino. Un tema di grande attualità, in considerazione non solo degli allarmi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità legati ai rischi derivanti dall’eccessivo consumo di carne rossa, ma anche in virtù delle trasformazioni cui è stato sottoposto il cibo negli ultimi anni. Nel corso dei millenni, infatti, l’uomo ha imparato ad alimentarsi per sopravvivere, ha imparato a progettato la sua alimentazione contando sull’uso dei prodotti che la natura gli offriva e ha compreso l’importanza di saper mangiare per stare in salute. Oggi, invece, il cibo si è trasformato, ma non è scontato chiedersi come.

Nell’ultimo secolo la speranza di vita è marcatamente aumentata nei paesi ricchi. Non c’è più la guerra, non c’è più la fame, il cibo industriale, la vita sedentaria e l’inquinamento ci fanno ammalare ma farmaci sempre più efficaci ci mantengono in vita a lungo. Oggi in Italia l’aspettativa di vita ha superato gli 84 anni per le donne e i 78 anni per gli uomini, ma non è accompagnata da un’altrettanto lunga aspettativa di vita in condizioni di salute, benessere, lucidità mentale. Oltre un terzo della popolazione totale e oltre il 90% degli anziani- gli ultrasessantacinquenni, che si avvicinano a essere un quarto della popolazione- consumano quotidianamente farmaci per controllare disturbi o fattori di rischio per patologie croniche che dipendono da fattori dello stile di vita modificabili, di cui il tabacco, la vita sedentaria e l’alimentazione incongrua sono i principali, e dal degrado ambientale. Queste patologie, in gran parte evitabili, rappresentano un carico di sofferenza e di costi sociali e economici al limite della sostenibilità e destinati a diventare economicamente insostenibili con l’aumento dei costi dell’assistenza sanitaria (sempre nuovi farmaci e strumenti diagnostici sempre più costosi). Poiché l’unica soluzione possibile, la prevenzione primaria, non sembra interessare le istituzioni (ammalarsi di meno farebbe diminuire il PIL!), non ci resta che fare da soli, con la consapevolezza che la longevità in salute dipende dal nostro cibo quotidiano, dall’esercizio fisico, dal cambiamento delle abitudini, dalla vita spirituale, e dalla salute del pianeta”, ha precisato Franco Berrino

I lavori sono stati aperti da Isabella Continisio, Responsabile dell’Analisi dei fabbisogni formativi, progettazione didattica e valutazione dell’UOC Gestione Risorse Umane dell’Azienda. Hanno moderato l’incontro, Salvatore Panico, responsabile della UOS di Epidemiologia Clinica e Medicina Predittiva e Gabriele Riccardi direttore della UOC di Diabetologia, afferenti al DAI di Medicina Clinica dell’Azienda, con l’intervento di Maria Immacolata Spagnuolo, dirigente medico del Centro di Nutrizione Artificiale del DAI di Pediatria.

Lascia un Commento

Occorre aver fatto il login per inviare un commento

Articoli recenti

Commenti recenti