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Questo articolo è stato scritto il giorno 16 apr 2014 da Anna Spizuoco, e appartiene alle categorie: Medicina Generale e del Territorio, Scienza e medicina, Studi, analisi e ricerche, Tutte le comunicazioni.

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Fibrillazione Atriale: i dati in Campania e l’opinione degli esperti

articolo scritto da Anna Spizuoco

cuore battito cardiacoLa gestione del paziente cardiopatico cronico richiede una rete assistenziale territoriale coordinata e organica (ambulatori, rete informatica e tecnologica, cartella informatizzata), oltre alla massima collaborazione tra specialisti e medici di medicina generale. È ormai dimostrato, infatti, che la fibrillazione atriale è causa del 15% di tutti gli ictus cardioembolici. Ciò significa che in Italia, dei 200.000 casi di ictus stimati all’anno, 30.000 sono determinati da questa frequente anomalia del ritmo cardiaco. “In Campania i soggetti affetti da fibrillazione atriale sono oltre 50.000, l’ 1,7% della popolazione generale. Il dato è destinato ad aumentare a causa del progressivo allungamento della vita media in quanto la probabilità di sviluppare questa aritmia cresce con l’avanzare dell’età“, sottolinea Bruno Trimarco, direttore del Dipartimento ad Attività Integrata di Cardiologia, Cardiochirurgia ed Emergenze cardiovascolari  dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II. In Italia si registra un sottotrattamento dei pazienti affetti da fibrillazione atriale, dovuto principalmente ai limiti della profilassi farmacologica finora utilizzata, che presenta alcune difficoltà di gestione. Un’altra criticità riguarda l’interazione con altri farmaci o con alcuni alimenti, che ne variano l’assorbimento. Per tutti questi motivi, tali farmaci non vengono usati con regolarità o vengono troppo spesso abbandonati dai pazienti. Di recente, però, anche l’Italia può contare su una nuova classi di farmaci, i nuovi anticoagulanti orali, più maneggevoli e sicuri, in grado di venire incontro alle esigenze di medici e pazienti. “Grazie all’arrivo dei nuovi anticoagulanti orali, che agiscono con un meccanismo d’azione completamente diverso dalla terapia tradizionale, possiamo auspicare una maggiore compliance. Per i cardiologi e per i pazienti si tratta di una grande innovazione, ma non va dimenticata l’importanza di un rafforzamento del rapporto medico-paziente sulla base di un nuovo modo di fare prevenzione del rischio trombo embolico. Ad oggi presso l’Azienda Ospedaliera Universitraia Federico II sono circa 200 i pazienti in trattamento con i nuovi anticoagulanti orali” precisa Pasquale Perrone Filardi, responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Miocardiopatie ed Ipertensione Arteriosa Polmonare dell’Azienda. Per ulteriori approfondimenti, leggi l’articolo di Italia-news.

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