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Questo articolo è stato scritto il giorno 23 mar 2016 da Alessandra Dionisio, e appartiene alle categorie: Info Area Comunicazione, News Sito Web AOU, Scienza e medicina, Tutte le comunicazioni.

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Alzheimer: le nuove frontiere della ricerca. Le cellule gliali dell’intestino in campo contro i processi neurodegenarativi

articolo scritto da Alessandra Dionisio

Neurone blu con lucine.Le cellule gliali, isolate dall’intestino mediante un semplice intervento di appendicectomia, quando trapiantate nel cervello di ratti con gravi alterazioni nervose, hanno la capacità di ripulire il cervello dalla beta-amiloide, una delle principali proteine coinvolte nel processo  di degenerazione alla base della demenza di Alzheimer. È quanto emerge da uno studio condotto dal team di ricercatori del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli e del Dipartimento di Fisiologia Umana e Farmacologia “V. Erspamer” dell’Università La Sapienza di Roma e pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Scientific Reports.

Nei ratti sottoposti al trattamento si è documentata anche una significativa riduzione dell’infiammazione cerebrale ed una stimolazione del processo definito neurogenesi, con il conseguente miglioramento sia della memoria sia del comportamento degli animali trattati”, sottolinea Giovanni Sarnelli, dirigente medico presso il DAI di Gastroenterologia, Endocrinologia e Chirurgia dell’AOU Federico II e ricercatore del Dipartimento Universitario federiciano di Medicina Clinica e Chirurgia che, insieme a Giuseppe Esposito del  Dipartimento di Fisiologia Umana e Farmacologia de La Sapienza, ha coordinato lo studio.

Per la prima volta, lo studio dimostra che il sistema nervoso dell’intestino, che è di facile accesso, rappresenta una risorsa utile a cui attingere per il trattamento di gravi patologie neurodegenerative, precisano i ricercatori. Lo studio potrà avere importanti ripercussioni sulla conoscenza dei meccanismi di base della malattia di Alzheimer, che in Italia interessa almeno 600.000 pazienti, aprendo la strada a nuovi approcci terapeutici nel campo della medicina rigenerativa e dei trapianti”.

Per saperne di più sullo studio, finanziato in parte da fondi della Regione Campania e dal MIUR,  è disponibile, in lingua inglese, l’articolo pubblicato su Nature Scientific Reports.

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