Lo scorso 3 ottobre, su “La Repubblica”, Michele Bocci e Fabio Tonacci pubblicano l’articolo “La classifica degli ospedali: i top al Nord. In Toscana cure migliori. Napoli maglia nera”, l’incipit del pezzo non lascia spazio ad interpretazioni “Le strutture lombarde più forti degli scandali: in sei nella top ten. Nella nostra elaborazione sui dati Agenas, la maglia nera è del Federico II”. Il giorno dopo, il Presidente dell’Agenas, Giovanni Bissoni, precisa: “Le valutazioni degli ospedali italiani vengono fatte in base ad una serie di indicatori e non vuole essere una graduatoria”. Nei giorni seguenti, si susseguono interviste e repliche per confermare o smentire i dati. Resta l’eco del messaggio veicolato da una delle principali testate nazionali che, attraverso una sintesi grafica, rielabora i dati del “Programma nazionale esiti 2012” dell’Agenas, realizzando un’inequivocabile classifica dei migliori e peggiori ospedali italiani. L’AOU Federico II conquista il primato. Tra i peggiori.
A poco più di un mese dall’articolo del quotidiano romano, il mensile (Dirigenza Medcia n.8/2013) dell’ANAAOO ASSOMED pubblica un’intervista a Carlo Perucci, da tre anni direttore scientifico del Programma Nazionale Esiti dell’Agenas e propone un’istantanea dei sette principali indicatori più significativi (infarto Miocardico Acuto: mortalità a 30 giorni dal ricovero; intervento Bypass aortocoronarico: mortalità a 30 giorni; intervento di valvuloplastica e/o sostituzione di valvola isolata: mortalità a 30 giorni; Frattura del femore: intervento chirurgico entro 48 ore; Proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza post operatoria entro 3 giorni; intervento per tumore gastrico maligno: mortalità a 30 giorni; proporzione di parti con taglio cesareo primario) per capire quali sono le prime dieci strutture a livello nazionale con esiti favorevoli e quelle che, al contrario, sono ancora molto lontane dalla media italiana.
Ebbene, le tabelle riportate nell’articolo, su elaborazione di Quotidiano Sanità, dimostrano che l’AOU Federico II può svestirsi definitivamente della maglia nera assegnata da “La Repubblica”. Infatti, l’Azienda federiciana non è presente tra le dieci strutture con esiti sfavorevoli rispetto alla media nazionale, nelle tabelle riportate. Fanno eccezione solo due indicatori, sui quali la direzione ed i professionisti dell’AOU lavoreranno immediatamente. “Il sistema- ricorda Carlo Perucci- è uno strumento di auditing per i professionisti e le istituzioni. (…) Non è il Gambero Rosso della sanità italiana. È un sistema molto complesso e il cittadino non è in grado di valutare la qualità delle cure”.
Classifiche, grafici e tabelle sinottiche sono però molto leggibili per il cittadino, al quale in questi mesi si è offerta un’informazione apparentemente chiara e supportata da fonti istituzionali, ma che, di fatto, è un’estrema e distorta semplificazione della realtà che ha leso gli interessi di tutti: il diritto di informazione dei cittadini, il senso di appartenenza e la professionalità degli operatori della salute e la complessa interconnessione dei sistemi informativi, realizzata dalle istituzioni. All’AOU Federico II ed a tutti i professionisti coinvolti- alleggeriti dal peso di un’immeritata maglia nera- spetta altresì il compito di individuare le criticità che dai dati emergono, valorizzando le eccellenze e promuovendo l’efficacia e l’efficienza dell’offerta assistenziale, anche attraverso una sempre più accurata e puntuale compilazione delle schede di dimissione ospedaliere, sulle base delle quali sono- e continueranno ad essere- realizzate le elaborazioni dell’Agenas.
Giovanni Persico Direttore Generale Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II