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Questo articolo è stato scritto il giorno 27 lug 2022 da Redazione, e appartiene alle categorie: Medicina Generale e del Territorio, News Sito Web AOU, Prevenzione e promozione della salute, Scienza e medicina, Studi, analisi e ricerche, Tutte le comunicazioni.

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Policlinico Federico II, tumore retroperitoneale di 13 chili asportato ad una cinquantenne partenopea

articolo scritto da Redazione

FOTO EQUIPE SANTANTEGELO DALESSANDROTredici chili di peso, 40 x 40 x 50 cm di dimensione, sono queste le caratteristiche del tumore retroperitoneale asportato pochi giorni fa a Carla (nome di fantasia per tutelarne la privacy), cinquantenne della provincia napoletana. Lo straordinario intervento è stato effettuato al Policlinico Federico II dall’equipe chirurgica capitanata dai professori Michele Santangelo e Vincenzo D’Alessandro, responsabile della UOSD di Chirurgia generale e delle patologie retro peritoneali afferente al Dipartimento ad Attività Integrata Medico-Chirurgico delle Patologie dell’Apparato Digerente diretto dal prof. Giovanni Domenico De Palma.

La paziente, a seguito della comparsa di anemia, astenia e dimagrimento, ma in assenza di altri segni o sintomi, ha eseguito degli esami diagnostici di primo livello che hanno evidenziato un’enorme massa addominale. Si è quindi rivolta alla Federico II ed in particolare al prof. Santangelo, che in passato aveva già affrontato casi simili.

A livello mondiale sono pochissimi i tumori di queste dimensioni, con queste caratteristiche e che presentano la possibilità di intraprendere un percorso di cura e di completa ripresa per il paziente. Una sfida chirurgica che è stata affrontata grazie alle competenze multidisciplinari e alle tecnologie all’avanguardia, alcune di recentissima acquisizione, di cui l’Azienda federiciana è dotata. L’intervento è stato condotto in maniera lineare e senza alcuna problematica intraoperatoria grazie alla cooperazione e alla sinergia tra tutte le professionalità coinvolte”, sottolinea il prof. Santangelo.

L’iter diagnostico intrapreso al Policlinico Federico II ha consentito di definire con esattezza l’origine retroperitoneale dell’enorme neoplasia, le sue dimensioni e rapporti, il coinvolgimento del rene destro nel processo neoplastico, l’interessamento/compressione della vena cava nonché́ la presenza di enormi e numerosi circoli collaterali vicarianti le funzioni della vena cava compromessa. Una diagnosi effettuata grazie alle indagini TC, RMN, PET e istologiche eseguite dai proff. Massimo ImbriacoLuigi CameraCiro MainolfiPietro VenetucciMario QuarantelliLuigi Insabato afferenti alle Unità Operative Complesse di Diagnostica per immagini e radioterapia, diretta dal prof. Arturo Brunetti, Medicina Nucleare e dello Sport, diretta dal prof. Alberto Cuocolo, Anatomia Patologica, diretta dalla prof.ssa Stefania Staibano.

È difficile che si sviluppino tumori di queste dimensioni e quando succede più frequentemente sono a carico dell’apparato genitale femminile, raramente a partenza dai tessuti retroperitoneali ed in questi casi sono difficilmente asportabili con un intervento chirurgico ad intento curativo, come invece è stato per questa paziente. Altre volte, quando è possibile, ci si affida prima agli oncologi, per una terapia neoadiuvante”, precisa il prof. D’Alessandro.

Grazie alla collaborazione del prof. Mario Giuliano dell’UOC di Oncologia Medica, diretta dal prof. Sabino de Placido, e dei professori Mariano Marsicano e Gennaro Cancelmo dell’UOC di Urologia, diretta dal prof. Vincenzo Mirone, è stato possibile programmare con precisione il percorso terapeutico mettendo in condizione l’equipe chirurgica – composta oltre che dai professori Santangelo e D’Alessandro dai dottori Luigi PelosioAkbar JamshidiFrancesca Pegoraro – di realizzare l’asportazione radicale del tumore gigante. L’intervento è avvenuto con la gestione anestesiologica intraoperatoria eseguita dai dott. Nicola Logrieco e Clementina Longobardi afferenti all’UOC di Anestesia, rianimazione e terapia antalgica, diretta dal prof. Giuseppe Servillo.

La paziente ora sta bene, è stata dimessa e, una volta trascorsa la convalescenza, tornerà a lavoro e alle sue regolari attività quotidiane. “In un momento di grande spavento ho ricevuto un dono: aver incontrato il prof. Santangelo e l’essere stata assistita dalle elevate professionalità del Policlinico Federico II”, commenta Carla.

In questo triennio abbiamo fortemente investito in tecnologie all’avanguardia e in percorsi ben organizzati per garantire tempestività di risposta e sicurezza per operatori e pazienti. Tutte queste caratteristiche rendono il Policlinico Federico II un punto di riferimento fondamentale della realtà sanitaria campana e nazionale”, sottolinea il Direttore Generale dell’AOU Federico II Anna Iervolino.

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