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Questo articolo è stato scritto il giorno 13 nov 2019 da Claudio Pellecchia, e appartiene alle categorie: Iniziative ed eventi, Medicina Generale e del Territorio, Tutte le comunicazioni.

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Cosa ti sei messa in testa? Al Policlinico Federico II la sfilata di moda per le pazienti con alopecia. Il racconto dell’iniziativa

articolo scritto da Claudio Pellecchia

Foto cosa ti sei messa in testa 1Martedì 12 novembre nell’Ambulatorio di Tricologia della Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napolisi è svolta un’innovativa sfilata di moda: in passerella turbanti e foulard by Adua_Dubat, appositamente disegnati per le pazienti che, per qualsiasi motivo, subiscono la caduta dei capelli.

L’iniziativa nasce dalla volontà di sostenere le donne che subiscono uno degli effetti più evidenti e traumatizzanti dell’alopecia, primaria o conseguente alle terapie oncologiche nel cammino per ritrovare la propria immagine e la propria femminilità”, spiega Gabriella Fabbrocini, responsabile del PI di Dermatologia  Interventisca e Dermatopatie Immunomediate e degli Annessi Cutanei dell’AOU Federico II.

I modelli presentati sono stati disegnati da Teresa Angelino e Antonietta Pareggio e nascono da una bellissima storia di amicizia” racconta la Paola Nappa, responsabile dell’Ambulatorio di Tricologia. Era infatti il 2018 quando all’ambulatorio di tricologia si presentarono due amiche, Antonietta Pareggio e Teresa Angelino: “Antonietta aveva iniziato a soffrire di alopecia cicatrizzante e anche se ha sempre avuto una femminilità ed uno charme notevoli – spiega Teresa Angelinosi era convinta che la perdita dei capelli la rendesse meno bella. Per strapparle un sorriso e anche per trovare un sistema per farla sentire più a suo agio, iniziai a parlarle dei turbanti, un accessorio che io ho sempre indossato”.

Nasce così la linea di turbanti Adua_Dubat: “Abbiamo disegnato, cucito, provato e indossato. Soprattutto, Antonietta era finalmente serena e felice di uscire – racconta Angelino – quindi, proprio durante l’attesa per un controllo all’ambulatorio, abbiamo pensato di non tenere solo per noi l’idea dei turbanti e ne abbiamo parlato ai dottori della Sezione di Dermatologia che hanno subito accolto l’idea con entusiasmo”.

 

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