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Questo articolo è stato scritto il giorno 01 ott 2019 da Alessandra Dionisio, e appartiene alle categorie: Iniziative ed eventi, Medicina Generale e del Territorio, News Sito Web AOU, Tutte le comunicazioni.

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Atelier della salute incontra… il teatro . “La donna che disse no” di Onirika del Sud

articolo scritto da Alessandra Dionisio

LOCANDINA LA DONNA CHE DISSE NO ONIRIKA DEL SUD

Sarà “LA DONNA CHE DISSE NO” della compagnia Onirika del Sud Teatro, scritto e diretto da Pierpaolo Saraceno, interpretato da Mariapaola Tedesco e musicato da Concetto Fruciano, a chiudere la prima giornata della terza edizione di “Atelier della Salute: esperienze, percorsi, soluzioni per vivere…meglio!”, la manifestazione dedicata alla promozione della salute in programma venerdì 18 ottobre 2019, dalle ore 9.00 alle 19.00, e sabato 19 ottobre 2019, dalle ore 9.00 alle 17.00, al Policlinico Federico II di Napoli (Via Sergio Pansini, 5). La partecipazione allo spettacolo è gratuita ed aperta a tutti.

Nella suggestiva cornice dell’Aula Magna “Gaetano Salvatore”, dalle 18.30 alle 20.30salute e arte si incontrano ancora una volta in una piece unica nel suo genere. Lo spettacolo si ispira alla storia di Franca Viola la donna che per la prima volta rifiutò il matrimonio riparatore con colui che l’aveva rapita e violentata, diventando così il simbolo della crescita civile dell’Italia nel secondo dopoguerra e dell’emancipazione delle donne italiane.

Franca Viola, nel 1965, a soli 17 anni, venne rapita da Filippo Melodia, nipote del mafioso Vincenzo Rimi, e da altri suoi amici. La ragazza fu violentata per otto giorni. Il padre fu contattato dai parenti di Melodia per la cosiddetta “paciata”, ovvero per un incontro volto a mettere le famiglie davanti al fatto compiuto e far accettare ai genitori di Franca le nozze dei due giovani. Secondo la morale del tempo, una ragazza uscita da una simile vicenda, avrebbe dovuto necessariamente sposare il suo rapitore, salvando l’onore suo e quello familiare. All’epoca, inoltre, la Repubblica Italiana proteggeva con l’articolo 544 del codice penale il reato di violenza carnale dal momento che esso veniva estinto se l’aggressore sposava la sua vittima. Franca Viola si rifiutò di sposare Melodia, solo nel 1981 l’articolo venne abrogato, e nel 1996 lo stupro fu legalmente riconosciuto in Italia non più come un reato “contro la morale”, bensì come un reato “contro la persona”.

Lo spettacolo rappresenta una continua lotta tra un vero ed ingenuo amore ed un matrimonio riparatore da parte della Mafia Siciliana. Un mix tra prosa, musica e crudi movimenti corporei, evidenziano ancor di più quelli che furono i primi fiori d’acciaio ad urlare “No”, per difesa della propria dignità, della propria persona. Un’unica voce condurrà il prossimo a gridare una sola parola: libertà. Una sola luce, un solo riflesso, un grido per educare ad una sessualità dolce e matura, per superare tabù e contribuire a sconfiggere definitivamente il maschilismo ancora imperante, nel ricordo di tante altre vittime di questa cultura di dominio e di sopraffazione e far conoscere ciò che ha caratterizzato nel 1965 la terra tradita, amata e da tanti ricordata. Un forte e spietato messaggio in tempi in cui il femminicidio, lo stupro, la violenza sulle donne non smettono di caratterizzare negativamente le nostre società, in ogni parte.

Al termine della performance saranno illustrate le attività svolte dalla Scuola di Medicina e Chirurgia e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II contro la violenza sulla donne e saranno conferiti dei riconoscimenti alle studentesse dei Corsi di Laurea in Ostetricia ed Infermieristica che hanno sviluppato tesi sul tema della violenza di genere. Interverrà, inoltre, l’Assessore alla Formazione e alle Pari Opportunità della Regione Campania, Chiara Marciani.

Per ulteriori informazioni scarica la locandina.

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 Articolo scritto da Alessandra Dionisio e Claudio Pellecchia

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