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Dieta mediterranea, il seminario internazionale ad Ascea promosso dalla Società Italiana di Nutrizione Umana

articolo scritto da Alessandra Dionisio

ingredienti mediterraneiAi nastri di partenza ad Ascea l’evento «Ancel Keys International Seminar on Mediterranean Diet and Sustainable Dietary Models», un’iniziativa didattico-scientifica voluta dalla Società Italiana di Nutrizione Umana in collaborazione con il Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ed altri prestigiosi partner istituzionali, che farà convergere nel Cilento, per una settimana di intenso lavoro, i maggiori esperti italiani e stranieri in campo nutrizionale ed un gruppo selezionato di giovani promesse della ricerca nell’ambito della nutrizione umana e delle produzioni agricole ed alimentari. Dieta mediterranea, stile di vita, benessere alimentare, prevenzione cardiovascolare, prevenzione del cancro, ricerca clinica, ricerca epidemiologica, biodiversità, sostenibilità, impatto ambientale, agricoltura, produzioni alimentari, tradizioni gastronomiche, realtà locali, industria di trasformazione sono le parole chiave dell’iniziativa. Affrontando queste tematiche i partecipanti acquisiranno le conoscenze indispensabili sul modello di alimentazione globale più salutare, sicuro e sostenibile.

I giovani discenti insieme ai prestigiosi Maestri si riuniranno da lunedì 9 a venerdì 13 ottobre nella suggestiva cornice della Fondazione Alario nei luoghi che videro protagoniste le scuole filosofiche di Parmenide e di Zenone e, in tempi più recenti, sedi privilegiate degli studi e dell’attività divulgativa del celebre fisiologo nutrizionista americano Ancel Keys, cui il seminario è intitolato.

La grande novità è nel metodo innovativo di trasmissione delle conoscenze dai più esperti ai più giovani che, non solo potranno ascoltare le lezioni dei Maestri, ma anche e soprattutto colloquiare con questi ultimi, esporre loro le proprie esperienze e discutere progetti da essi stessi proposti e preparati attraverso un lavoro comune condotto in piccoli gruppi sotto la guida di esperti tutori.

Il seminario, istituito quest’anno per la prima volta con l’ambizione di essere soltanto il primo di una lunga serie, è stato ideato dalla Società Italiana di Nutrizione Umana insieme ad un gruppo di docenti dell’Università Federico II e dell’Istituto di Scienza dell’Alimentazione del CNR di Avellino, ed ha ricevuto il patrocinio dell’UNESCO.

L’obiettivo è esportare ben al di fuori dell’area geografica cilentana i principi della dieta mediterranea, dal 2010 riconosciuta dall’UNESCO patrimonio intangibile dell’umanità, di far conoscere le caratteristiche di eccellenza delle produzioni agricole del territorio e di favorire lo sviluppo di una rete di ricercatori e produttori impegnati nella definizione di progetti utili a contrastare la tendenza in atto ormai da troppo tempo al progressivo allontanamento dal modello mediterraneo tradizionale e all’acquisizione di abitudini alimentari poco salutari che hanno alimentato l’epidemia corrente di obesità.

L’IMPEGNO DEL PARCO NAZIONALE DEL CILENTO, VALLO DI DIANO E ALBURNI

«L’iniziativa, altamente innovativa, - spiega Tommaso Pellegrino, Presidente del Parco- si prospetta come un’eccezionale occasione di diffusione in Europa e nel mondo dell’immagine del Cilento e del suo parco, della cultura della biodiversità e del rispetto per la tradizione gastronomica locale indissolubilmente legata al concetto di Dieta mediterraneaL’obiettivo è rendere il nostro territorio una diffusa aula didattica a cielo aperto per ospitare in futuro sempre più allievi, italiani e stranieri, soprattutto dai Paesi del Mediterraneo».

IL RUOLO DELLA SINU

Studi ecologici, prospettici e di intervento hanno riconosciuto alla Dieta mediterranea il merito di esercitare una eccezionale protezione contro le malattie cardiovascolari, il cancro e, in generale, avverso le patologie cronico-degenerative che conducono ad un invecchiamento precoce. Al tempo stesso, questo modello alimentare associa alla garanzia del benessere individuale un basso impatto ambientale in termini di utilizzo del suolo, del fabbisogno energetico, del consumo idrico e delle emissioni di gas serra. «Com’è ormai ben noto, – sottolinea Pasquale Strazzullo, Presidente della Società Italiana di Nutrizione Umana e responsabile dell’UOC di Medicina d’Urgenza e Ipertrensione dell’AOU Federico II di Napolisi tratta di un modello caratterizzato da un elevato consumo di prodotti vegetali e da moderate quantità di pesce, carne, prodotti lattiero-caseari e vino, assunto quest’ultimo esclusivamente ai pasti. Grazie al rispetto per la biodiversità, per le caratteristiche geofisiche naturali e per le tradizioni gastronomiche del territorio, la Dieta Mediterranea ha ricevuto il riconoscimento da parte dell’UNESCO nel 2010 di patrimonio immateriale dell’umanità».

L’ALLARME LANCIATO DALLA COMUNITÀ SCIENTIFICA

È vero però che, a dispetto dei vantaggi ampiamente riconosciuti per la salute umana e per l’ambiente, le abitudini alimentari delle popolazioni «mediterranee» si sono gradualmente modificate negli ultimi cinquant’anni, allontanandosi in misura preoccupante dal modello tradizionale, a causa del crescente consumo di prodotti animali e della riduzione dell’uso di prodotti vegetali, con conseguente maggiore assunzione di grassi saturi e proteine animali in sostituzione di proteine vegetali e grassi, cereali integrali e fibre alimentari. Nel mondo sono circa 650 milioni le persone obese o in sovrappeso, come riferisce un recente studio dell’Imperial College di Londra, pubblicato dalla rivista The Lancet, che ha coinvolto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e oltre 700 ricercatori nel mondo. Il problema della corretta nutrizione umana rimane planetario. Questi cambiamenti negativi sono ulteriormente associati all’assunzione in eccesso di sale e aggiunta di zuccheri (questi ultimi in gran parte sotto forma di bevande zuccherate), nonché con un aumento del consumo di bevande alcoliche, uno stile di vita progressivamente più sedentario e il conseguente aumento della prevalenza dell’obesità. «Tutto questo – precisa il professor Strazzullo- richiede un forte impegno da parte dei nutrizionisti, delle istituzioni sanitarie pubbliche e della stessa industria alimentare per una rivitalizzazione della dieta mediterranea che permetta di superare i problemi attuali recuperandone le caratteristiche fondamentali». La SINU si sente fortemente impegnata in questa missione.

IL MODELLO ALIMENTARE IDENTIFICATO E DESCRITTO DALLO SCIENZIATO AMERICANO CHE VISSE NEL CILENTO

Il Seminario Internazionale sulla Dieta mediterranea e i modelli alimentari sostenibili, intestato ad Ancel Keys, lo scienziato americano che scelse Pioppi come «buen retiro» e che per primo identificò come tale e descrisse questo modello alimentare, si propone di fornire un contributo a questo importante obiettivo attraverso un’azione didattica che ha due finalità specifiche. «Innanzitutto- conclude il presidente dell’autorevole sodalizio scientifico -dobbiamo fornire a giovani ricercatori e professionisti delle aree biomedica, nutrizionale e delle produzioni agricole ed alimentari gli strumenti necessari per maturare la piena conoscenza e la consapevolezza dei percorsi più utili a realizzare un modello alimentare di tipo mediterraneo adeguato al terzo millennio. E poi dobbiamo contribuire a formare giovani ricercatori impegnati a livello internazionale ed inseriti in una rete di operatori altamente qualificati per intraprendere azioni e sviluppare iniziative sinergiche per la rivitalizzazione e la diffusione della dieta mediterranea nel mondo».

IL SEMINARIO IN PILLOLE

Il seminario si terrà in Ascea Marina (l’antica Elea), il 9-13 ottobre 2017 presso la Fondazione Alario, che è vicinissima alla stazione ferroviaria FS di Ascea, con la preziosa collaborazione dell’Associazione per la Dieta mediterranea, Alimentazione e Stile di Vita Ancel Keys Pioppi.

Il Seminario è strutturato su un modello di insegnamento dinamico e interattivo, con un equilibrato rapporto di elementi teorici ed applicativi attraverso letture tenute da prestigiosi esperti italiani e stranieri, ampia discussione dei diversi temi presentati, brevi interventi dei partecipanti al seminario su temi specifici sulla base della propria esperienza, visite guidate ad aziende di eccellenza nell’area cilentana, preparazione da parte dei partecipanti riuniti in piccoli gruppi di progetti di ricerca o di intervento da realizzare possibilmente in collaborazione nel prossimo futuro. Uno spazio adeguato sarà lasciato per gli scambi sociali tra i partecipanti e i membri della Faculty che consumeranno insieme i pasti e avranno l’opportunità di godere delle bellezze naturali e storiche della regione.

Per ulteriori informazioni, visita il sito dedicato all’evento.

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