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Questo articolo è stato scritto il giorno 19 apr 2017 da Claudio Pellecchia, e appartiene alle categorie: Medicina Generale e del Territorio, News Sito Web AOU, Prevenzione e promozione della salute, Tutte le comunicazioni.

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Cardiopatie congenite, il complesso intervento di plastica valvolare aortica effettuato al Policlinico Federico II. Intervista al prof. Gaetano Palma

articolo scritto da Claudio Pellecchia

cuore rosso tra mani di una donna che indossa camice bianco e stetoscopio appoggiato al colloHa 21 anni, è una giovane napoletana doc ed è affetta da una cardiopatia congenita che l’ha condotta, già all’età di 4 anni, ad un intervento al cuore. Ma l’equipe di Cardiochirurgia Pediatrica del Policlinico Federico II ha accolto la sfida e, in accordo con la ragazza ed i familiari, ha effettuato un ulteriore intervento poiché l’aspettativa di vita della ragazza sarebbe stata significativamente ridotta a causa di quella valvola che non funzionava.

Il 31 Gennaio 2017, quindi, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II è stato eseguito l’intervento di plastica valvolare aortica con allargamento dell’efflusso ventricolare sinistro. L’intervento, di circa undici ore, eseguito da Gaetano Palma e Raffaele Giordano, ha confermato le difficoltà attese. Per saperne di più, Area Comunicazione ha intervistato Gaetano Palma, responsabile della UOS di Cardiochirurgia Pediatrica del DAI di Cardiologia, Cardiochirurgia ed Emergenze cardiovascolari

Professore Palma, quali sono state le difficoltà incontrate durante l’intervento?

«La valvola aortica della paziente aveva una “steno-insufficienza” severa, non poteva essere sostituita poiché al mondo non esisteva una valvola per le sue dimensioni ed inoltre il suo cuore aveva sviluppato una severissima cardiomiopatia ipertrofica secondaria. Ma era comunque necessario intervenire chirurgicamente per aumentare un’aspettativa di vita altrimenti davvero troppo bassa».

Quali sono stati i momenti più critici dell’operazione?

«La situazione è diventata drammatica quando il cuore della paziente estremamente debilitato, non accennava a ripartire dopo la circolazione extracorporea ed i numerosissimi tentativi di defibrillazione. Ma la tenacia dei chirurghi e l’abile lavoro condotto dagli anestesisti  Sandro Saccenti e Loredana Grande, hanno permesso al cuore di ripartire e di poter continuare a sperare in una difficile ripresa che è avvenuta gradualmente in terapia intensiva».

Come si è svolto il decorso post operatorio?

«Per circa tre settimane la ragazza è stata sottoposta alle cure intensive che hanno visto impegnati i cardiochirurghi Sergio Palumbo e Sabato Cioffi, gli ecocardiografisti cardiochirurgici Marco Mucerino e Veronica Russolillo e tutto lo staff di rianimatori, medici ed infermieri che ogni giorno lavorano presso il Policlinico Federiciano. Ora il suo percorso dovrà proseguire tra convalescenza e controlli periodici ma, in ogni caso, un ruolo fondamentale lo giocheranno l’affetto della famiglia e dei tanti amici che non l’hanno mai abbandonata».

Come sta oggi la nostra giovane paziente?

«Il decorso post-dimissioni sta procedendo bene, effettuiamo controlli periodici verificando buone condizioni cliniche».

Quali sono le prospettive future per la cura e il trattamento delle cardiopatie?

«Il trattamento delle cardiopatie congenite è in continua evoluzione visto il numero sempre maggiore di cardiopatici congeniti adulti (GUCH) e vede la Federico II di Napoli come punto di riferimento grazie alla collaborazione con centri esteri e l’utilizzo di tecniche sempre meno invasive».

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